Carmelo Consoli
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INTRODUZIONE

E’ appena arrivato sul web il nuovo singolo “Almost like the blues” del grande cantautore canadese Leonard Cohen, un gioiello che anticipa la bellezza - ne siamo certi - del suo 13° album, dal titolo semplice e sorprendente (“Popular problems”) in uscita  per il 21 settembre, proprio nel giorno del suo ottantesimo compleanno, paradossalmente un dono che fa lui a noi. Abbiamo pensato allora che un piccolo omaggio da parte nostra alla sua poesia può essere quello di diffondere in italiano  i suoi bellissimi testi (spesso sacrificati nell’ascolto della canzone)ed è proprio con l’ultimo appena uscito che vogliamo incominciare, proponendo qui l’originale e una quasi del tutto fedele traduzione.

BREVE COMMENTO AL TESTO

La freccia di Leonard Cohen - Cupido ha colpito ancora, con un testo emotivo e meditativo insieme, che riesce di nuovo a penetrare nelle profondità del cuore, e a parlare, con attualità sconvolgente, di ciò che sempre di più tragico accade fuori, ma nello stesso tempo anche dentro, nella coscienza di ciascuno di noi. La scelta di tradurre “blues” con “tristezza” è un modo per toccare più direttamente lo stato d’animo dell’autore ( ma se dovessi cantare la canzone lascerei “blues”), ma è soprattutto quel “quasi” (almost) a dire tutto. Siamo nella sospensione di un sentimento indicibile di fronte alla crudeltà umana, che in qualche modo ci fa sentire tutti responsabili. E’ questo un tema molto caro a Leonard  Cohen, e ci richiama altri suoi versi apocalittici e forti, come quelli di “The future” o di “Closing time”. Ma qui troviamo una strana dolcezza – quella del blues appunto – che sembra voler stemperar il dolore -  senza riuscirci - e che si accompagna al sempre più presente sentimento religioso, ora più convinto, ora più tormentato e problematico, eppure ancora intenso anche qui, tanto da non far dimenticare la forza della grande preghiera di “Amen”o la meraviglia lirica di “If it be your will “. Eppure Leonard, come molti di noi, adesso non può che rimanere a disagio e guardare “fisso i suoi piedi”, non riuscendo a sostenere lo sguardo di un’ umanità perseguitata, non riuscendo a comprendere le ragioni assurde di tutto questo male se non morendo un poco – o tanto - anche lui. Ed è come quando bambino ascoltava affascinato e spaventato i racconti della persecuzioni di zingari ed ebrei dai genitori sfuggiti al nazismo ed emigrati in America quando lui stava per nascere, mentre suo padre lo vedeva già come “un prescelto” e sua madre saggiamente minimizzava…

Ed invece proprio prescelto era, lo straordinario Ebreo d’oro e d’argilla - come lui stesso dice di sé e “quasi” sembra rivelarlo - con leggerezza - anche quando sfiora (quasi) il mistero luminoso della salvezza (quella cristiana?) Ed è di nuovo “quasi” tristezza, forse per il dubbio che assale, forse perché non ci si può salvare da soli, senza il riscatto definitivo dell’umanità intera 
G.F.

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QUASI COME LA TRISTEZZA

Vedevo persone morire di fame Massacrate , violentate
I loro villaggi stavano bruciando
Mentre loro cercavano di scappare

Io non potevo incontrare i loro sguardi
Stavo guardando fisso i miei piedi
Era amaro, era tragico
Era quasi come la tristezza
Era quasi come la tristezza

Io ho dovuto morire un poco
Tra ciascuna di queste atroci trame
E quando mi sono messo a  pensare
Ho dovuto morire tanto

C’erano torture, c’erano assassini
E c’era tutta la mia cattiva coscienza
La guerra, i bambini scomparsi,  Signore
E’ quasi come la tristezza
E’ quasi come la tristezza

Così io lascio il mio cuore a congelarsi
A nascondere fuori il marciume
Mio padre diceva che sono un prescelto
Mia madre diceva di no

Ed io ascoltavo le loro storie
Sugli zingari e sugli Ebrei
Era bello, non era noioso
Era quasi come la tristezza 
Era quasi come la tristezza 

Non c’è nessun Dio in Paradiso
E nessun Inferno sotto terra
Così dice il grande professore
Di tutto quel che c’è da conoscere

Ma io ho ricevuto un invito
Che un peccatore non può rifiutare
Ed è quasi come salvezza
E’ quasi come la tristezza
E' quasi come la tristezza 

(Leonard Cohen ”Almost like the blues”, dal nuovo singolodisponibile sul web)       traduzione di Giusy Frisina
ALMOST LIKE THE BLUES

I saw some people starving 
There was murder, there was rape 
Their villages were burning 
They were trying to escape 

I couldn’t meet their glances 
I was staring at my shoes 
It was acid, it was tragic 
It was almost like the blues 
It was almost like the blues 

I have to die a little 
between each murderous plot 
and when I’m finished thinking 
I have to die a lot 

There’s torture, and there’s killing 
and there’s all my bad reviews 
The war, the children missing, lord 
It’s almost like the blues 
It’s almost like the blues 

Though I let my heart get frozen 
to keep away the rot 
my father says I’m chosen 
my mother says I’m not 

I listened to their story 
of the gypsies and the Jews 
It was good, it wasn’t boring 
It was almost like the blues 
It was almost like the blues 

There is no G-d in heaven 
There is no hell below 
So says the great professor 
of all there is to know 

But I’ve had the invitation 
that a sinner can’t refuse 
It’s almost like salvation 
It’s almost like the blues 
It’s almost like the blues


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