CORTOMETRAGGI
recensione a cura di Flavia Lepre Già nel titolo di questo libro c'è tutto un contenuto d'immagini di luoghi, di ricordi lontani, di piaceri perduti, di sogni svaniti, perché risucchiati dal tempo, di acute nostalgie di luoghi e di cieli, di colore di vita creato dall'ombra della morte. Memorie! Una cavalcata da batticuore attraverso le tante vie attraversate nell'arco del passato non sicuramente benevolo! Poi, il percorso è stato meno affannoso altrove, cioè attraverso strade d'altre terre, dove la volontà dell'uomo oppure quella del Destino, trascina le genti dentro altre strade del mondo! Le emozionalità dell'autore quindi, come è facile capire, sono tutte riflesse e vivono in questo titolo: Cortometraggi, che vuol dire limare cose e luoghi e creare un documentario di immagini e notizie. Carmelo Consoli, per i suoi Cortometraggi, non si è servito di macchine fotografiche e pellicole da film. Ha usato le sua mente, dove con l'aiuto della sua persona le sensibilità e dei molteplici moti d'anima, ha creato un suo personale film che la sbrigliata fantasia, sempre disposta a fargli rivedere quanto lui anela rivedere tutte le volte che il suo pensiero e il suo desiderio lo richiede. Qui, in questa sua nuova raccolta poetica, il poeta catanese che vive e Firenze torna e ci ripropone un suo "film memoriale, dove si raccontano storie di vita ed esperienze varie. Il tessuto dei suoi "racconti poetici'', è tutto costruito su trame fatte di sguardi d'occhi lieti o tristi, di sensazioni scaturite dall'anima e, altre ancore, registrate dalla fertile e sempre accesa emotività della mente. E quando l'autore sente tutte queste sensazioni che battono, senza tregua alla porta del suo cuore, egli si libera da tutto il ciarpame che circola in questo mondo e si rifugia in quello personale, tutto suo, dove ritrova il suo vero mondo, fatto di semplicità e di molti sogni. E mentre lo ripercorre, automaticamente ne rivive tutte le emozioni: positive e negative. E tutto lo scorrere poetico sulle pagine del libro, si trasforma in un'autentica carrellata dentro un passato che, pur lontano, non è sbiadito nel nulla, ma ha lasciato nella: vita del poeta Consoli, tracce ancora vive che non hanno perduto né voce, né luce e che egli, per rendere in maggior rilievo i riferimenti, a seconda delle tematiche, ha riuniti i suoi versi in quattro gruppi: Dalla camera mobile - Scorci e primi piani - Scene del passato - Inquadrature di coda. In realtà, dopo aver letto le sei pagine e mezzo dove Anna Balsamo ha fissato le sue forbite e ben dettagliata "Prefazione", non vi sarebbe molto altro da dire, considerando quanto ella ha già. espresso. Ma prima di chiudere la. "mia nota", mi fa veramente piacere poter dire all'autore che apprezzo sinceramente le sua lodevole abilità poetica. Ammiro anche il suo saper bene destreggiarsi nella vaste varietà dei temi che tratta. Comprendo e ammiro anche ogni sua singola descrizione dei suoi viaggi e dei luoghi visitati (anche perché li conosco tutti). Ma cominciano a toccarmi il cuore maggiormente, quei versi dalle cui acque emerge la 'Sicilia'. Forse perché, pur essendo piemontese ma avendo sposato (e amato come pazza!) un palermitano e avendo anche conosciuto profondamente la Sicilia, io questa 'isola del sole' l'ho amata e l'amo quanto ho amato il mio isolano uomo che adesso, fisicamente non c'è più, ma che spiritualmente, è con me in ogni istante di questa mia vita divenute ormai un deserto! Mi hanno fatto poi sorridere le liriche del poeta dove sono protagoniste le straniere... Perché pare che sia proprio una malia che accomuna una buona maggioranza di uomini italiani, convinti come sono, di vedere nelle "straniere" l'emblema della bellezza massima e, chissà, forse immaginandole anche dotate di particolari ed extraterrestri poteri sessuali... Dico questo, perché di preferenze ancor più eclatanti ne leggo spessissimo nei versi di molti ottimi poeti che recensisco... E trovo molto toccante la poesia "Questa nostra età". Quanta verità nelle parole del poeta! Bellissime e precise tutte le descrizioni relative alla Toscana. Commoventi le due liriche dedicate alla moglie morta. Io ho vissuto e ancore vivo, il dolore della perdita del mio adorato compagno di vita! (Anche se oggi, se ne è aggiunto un altro di dolore, du cui però non esistono parole per descriverlo...). E chiudo anch'io questa mia "nota", lodando naturalmente Dio. Sono cattolica e ringraziando anche il poeta per aver scritto una poesia tanto bella, dolcissima e toccante, dedicata al nostro "unico e celeste Signore". |