Dal volume" Eppure mi sfiorano le stelle"
prefazione di Lia Bronzi" ( Stralcio dalla prefazione) Proprio per quel cercare indefessamente la coscienza della vita e la lealtà dello stesso vivere, l'evoluzione poetica, spirituale ed artistica in questa nuova raccolta di Carmelo Consoli, dal titolo " Eppure mi sfiorano le stelle", in "nuce" già suona lessicalmente in esplicazione di vaste risonanze, sintetizzando con una fraseologia matura e chiara il senso di infinito implicito, fra picchi d'arte e sensibilissime vibrazioni del cuore, che il poeta avverte nel rimodellarsi quotidiano a valenze superiori per serene illuminazioni, con capacità di ascolto dei più piccoli o più assordanti rumori dell'esistere. Dall'esegesi del sè e del mondo contestuale in cui egli vive o ha vissuto, secondo un'aulodia di spiccata sensibilità umana, quale è la sua, come ci è dato di constatare dalla sua frequentazione, fluisce una prosa lirica, ma anche sociale e civile, con graduale conseguimento di versi precisi, attinenti la costituzione dell'essere umano e la sua aspirazione alla bellezza, all'amore ed alla Trascendenza, punto di riferimento costante anche nelle altre pubblicazioni, tanto che la nuova raccolta apre e chiude con due liriche rispettivamente intitolate: "Eppure mi sfiorano le stelle" e "Alla fine" a testimoniare la sua tensione spirituale verso l"Alto", secondo uno spazio ideale che è anabasi poetica stessa, dove l'atteggiamento si fa preghiera di timbro ontologico e colloquiale con Dio padre e dove la capacità di fare aderire con straordinaria interiorizzazione la parola al pensiero è totalmente riuscita, per estrema duttilità versificatoria. |