Dal volume" Strade con vista paradiso"
prefazione di Anna Balsamo ( dalla quarta di copertina) Strade con vista paradiso è originale dossier in versi dell'avventura metropolitana tra fantasia e quotidiana realtà, manifestata e insieme governata, con eccezionale equilibrismo tra pittoresco e sensoriale, base delle performances liriche del poeta. Le mosse partono da quella sorta di teatrino offerto come in un giro giocato ai dadi, giostra di icone, cui agevolmente si presta la città storica e, nella fattispecie, Firenze-Oltrarno ma potrebbero essere anche i campielli veneziani, Trastevere romano ecc... purchè contesto d'urbe che faccia imbattere in caratteri e scorci che riesano a coinvolgerlo per quel precipuo interesse alla dinamica folla dei passanti, attraverso l'immobile fondale scenico dei luoghi, cui l'autore si vota per le sue estemporanee trasposizioni delle immagini in poesia, come servendosi della sua "videocamera" mentale sensualmente estetico-valutativa. Storie che gli prestano un incipit che è nell'attimo fuggente degli incontri che egli raccoglie; ma l'attimo fuggente raccolto è appunto poesia. Così il nostro poeta "urbano", titolo di cui, a buon diritto si può forgiare e qualità a cui in quest'opera ha dato l'affondo è, con taglio cinematografico ( signori si gira), un feticista della città; sguinzagliato la attraversa, la vive, la respira vibrando all'unisono, coinvolto come Ulisse dal canto delle sirene ma ben legato all'albero maestro d'autore-regista degli incontri ove pare si invii in alterego,automa di se stesso, manovrando da burattinaio, con occhi generosi e ladri che colpiscono nel segno...Lo stile di Carmelo Consoli s'innerva coeso di straordinarie fusioni sintattiche attuandosi nella qualità propria del limite del narrato poetico, lo propone svincolante da voghe ermetiche, quasi nella scia dei testi dele canzoni di grandi cantautori novecenteschi( Dalla, De Andrè) italiani e francesi, cronista in versi, cantastorie di sguardi. |